GRATITUDINE

«Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona.»

C’è una ragione che quest’anno mi ha spinta a esternare i miei pensieri assieme alle foto che annualmente ho scattato nel periodo natalizio. Non una ragione di vanagloria, come forse potrebbe sembrare di primo acchito, ma un avvenimento che mi ha nel contempo rattristata tantissimo e ricordato l’importanza dell’essere grati.

 

Una mattina è venuto a trovarmi in studio medico un anziano gentile. È entrato timidamente, scusandosi per l’intrusione, dicendo che desiderava solo lasciare un regalo e andar via subito. L’ho ringraziato e lui mi ha risposto con un sommesso inchino, dicendo: “Ma no, si figuri, non mi deve ringraziare, è solo un pensierino per dimostrare la mia gratitudine per tutto ciò che avete fatto per me.” Gli ho detto che apprezzavo molto il suo gesto e che ero felice di ricevere il suo dono. Il giorno successivo ho appreso con grande dolore che dopo essere uscito dallo studio, ha avuto un malore ed è venuto a mancare. Una doccia fredda. Ho finito di lavorare, sono tornata a casa con una sensazione di tristezza e di nostalgia. Mi sono ritrovata seduta nella mia stanza, guardando l’incredibile mole di regali davanti a me. In mezzo ad essi anche il suo. Nella mia mente si è materializzata la sua espressione carica di contentezza per aver consegnato quel sentito presente.

 

Allora ho deciso di scrivere queste parole per commemorarlo a modo mio e rendere grazie: grazie a lui e ad ogni singola persona che ha deciso di dimostrarmi la sua attenzione, di dedicare una parte di sé, scegliendo di spendere le proprie risorse in termini di energie, denaro ma sopratutto tempo per donarli a me. Questa cosa mi lascia commossa. Guardo ogni pacchetto, bigliettino, osservo le coccarde, le borse, i fiocchi e penso a come dev’essersi sentita la persona che ha investito una parte di sé per farmi un presente, con tanta cura. Sono anni che io rimango senza parole di fronte a tutte le manifestazioni di affetto, di vicinanza e di gratitudine da parte delle persone con cui entro in contatto. Ho iniziato a prendere nota di questo evento natalizio da 6 anni a questa parte e conservo ancora ogni singolo biglietto.

 

Giorno per giorno apprendo qualcosa di nuovo dalle persone, mi commuove vedere che in una maniera o nell’altra abbiamo condiviso qualcosa per cui desiderano farmi sapere che mi pensano. Senza voler essere presuntuosa, questa cosa mi fa sentire utile, apprezzata e nel mio piccolo, importante. C’è chi lo fa con un biglietto, chi portandomi un souvenir dalla propria vacanza ricordandosi di me in un momento di svago. C’è chi non ha denaro e spende gli ultimi centesimi per comprarmi una cioccolata al discount, incartata nel quotidiano. C’è chi ha perso il coniuge di recente e ciononostante ha fatto un lavoro a maglia per dirmi che mi pensa. Chi ha una vita difficile, è allettato e ugualmente mobilita i conoscenti per farmi recapitare il proprio dono. Chi si scusa se in un momento di nervosismo causato dalla propria malattia ha avuto un atteggiamento sgarbato. Chi desidera mostrarmi la sua vicinanza acquistando oggetti preziosi scelti con attenzione. Chi prepara con le proprie mani un dolce, una marmellata o un liquore. Chi ancora mi augura con una telefonata che Dio mi protegga. Tutte queste esperienze mi tolgono il fiato, mi fanno salire le lacrime agli occhi e mi fanno sentire viva. Mi fanno sentire che il mio tentativo di dimostrare loro giorno per giorno interesse e cura viene percepito. Siamo connessi. Nulla di autoreferenziale in tutto questo, anzi, tutt’altro. Ricordo i nomi ed i volti di praticamente ciascuno, rimango basita quando loro ricordano il mio e mi portano fiori il giorno del mio onomastico. C’è chi ha addirittura preso nota della data del mio compleanno e mi hanno donato dei fiori in quell’occasione.

 

Il frutto dell’attenzione che ci mostriamo a vicenda è qualcosa di meraviglioso e molto potente. Ci fa sentire più vicini in un mondo tanto grande. Ci fa scoprire noi stessi in mezzo agli altri e quando ci ascoltiamo a vicenda, ci sentiamo improvvisamente più felici, perché facciamo parte di qualcosa di più grande di noi.

Perciò desidero concludere con un sentito e sincero grazie anche a te che hai dedicato il tuo tempo alla lettura di queste parole, spero nel profondo che ti siano in qualche modo d’ispirazione per dimostrare gratitudine verso la vita e ciò che ti circonda.

«Vuoi vivere felice? Viaggia con due borse, una per dare, l’altra per ricevere.»

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