«Il mare appariva come una volta eterea, come un cielo solido e senza stelle sotto di noi, e nell’aria trasparente si perdeva nell’immensità; nessuna striscia, scura o luminosa, limitava l’orizzonte; c’era una chiarità, una vastità infinita, che non si può dipingere né descrivere, se non nella profondità eterna del pensiero.»
E con questa tappa sono approdata nella capitale di in un paese molto particolare: la Danimarca. Perché particolare? Perché svariati ricercatori sostengono che il suo, sia il popolo più felice del mondo. Non mi credete? Provate a cercare su Google le loro prese di corrente, vedrete che anche quelle sorridono!
Patria dello “hygge”, termine non semplice da tradurre, perché rappresenta una serie di emozioni legate al benessere, alla condivisione, all’intimità ed alla tranquillità, vi si respira un’aria di accoglienza. E questa usanza volta a creare “un’atmosfera piacevole, mentre si assaporano i piaceri della vita circondati dall’affetto delle persone care”, si è molto diffusa anche in altri paesi. Perfetto esempio ne sono l’arredamento ed il design danesi copiati ed adottati da molti per ammobiliare le proprie abitazioni o spazi di lavoro. In effetti, a tal proposito, mi è capitato un aneddoto particolare che ancora oggi riesce a strapparmi un sorriso: in seguito ad una disavventura che mi ha portata a camminare molti più chilometri del previsto, ero particolarmente accigliata. Mentre mi stavo dirigendo imbronciata verso la metro, durante una fitta nevicata, ho notato che le persone incontrate per strada, che passassero in bici o a piedi, mi sorridevano benevole e qualcuna mi ha pure salutata. Ammetto di non aver saputo resistere e ben presto, mi sono lasciata alle spalle il malumore.
Ed è in questo spirito che ci si può far trasportare lungo le vie di København, lasciandosi affascinare e incuriosire dalla città. A partire dal coloratissimo canale Nyhavn, antico luogo di ormeggio nel pieno centro cittadino. Come ogni porto che si rispetti, per un lungo tempo questa fu zona di malaffare, coacervo di locande, locali a luci rosse, tatuatori, paradiso dei naviganti, in attività fino al 1950. Nel tempo venne interamente bonificato, ripulito e valorizzato, tant’è che oggi si tratta di uno dei simboli della città, dove si può passeggiare, prendere un’imbarcazione con cui fare una gita attraverso il reticolo di canali o semplicemente fermarsi ad assaporare la cucina del posto in uno dei ristoranti, ammirando le case in stile danese che dal 1600 si affacciano lungo le sue rive. Ed in netto contrasto con il vivace aspetto circostante, visse l’enigmatica ed introversa figura di Hans Christian Andersen (ai numeri 20, 67 e 18), padre della famosa Sirenetta, simbolo della città. Proprio alla sommità del canale, giace immobile l’ancora Mindeankeret, monumento dedicato ai marinai danesi caduti durante la II Guerra Mondiale.
Proseguendo lungo la riva, si giunge davanti al palazzo di Amalienborg, castello reale in stile rococò, ancor oggi residenza ufficiale dei monarchi danesi. Il quartiere in cui sorge è noto come Frederiksstad, un complesso costituito da 4 imponenti edifici simmetricamente disposti attorno al cortile ottagonale nel cui centro si erge la statua equestre di re Federico V. Ed alle sue spalle, fa capolino la maestosa Marmorkirken, Chiesa marmorea, nota anche come Frederiks Kirke, la cui cupola si ispira a quella di San Pietro a Roma.
Sulla riva opposta, come un silente osservatore, si staglia l’Operaen, il grande Teatro dell’Opera danese. Si tratta del più moderno al mondo nel suo genere, raggiungibile anche in barca, posizionato in modo da consentire ai suoi spettatori di vedere in una perfetta linea simmetrica l’Amalienborg e la Chiesa di fronte ad esso. Molto diverso dall’antico teatro reale, ovvero il Kongelige Teater, non distante da Nyhavn, sede di concerti e balletti, nonché drammi, oggi teatro nazionale.
Poco distante, di fronte al Magazzino delle Indie Occidentali, si staglia una statua singolare, raffigurante una donna nera. Si tratta di I am Queen Mary, un installazione del 2018 che rappresenta la travagliata storia di Mary Thomas, la donna che capeggiò la rivolta del ottobre 1878 presso le Isole Vergini, e più precisamente a St. Croix, nelle Indie Occidentali danesi per l’appunto, in segno di protesta per le condizioni degradanti in cui i coloni erano costretti a vivere e lavorare entro le piantagioni. Bruciarono 50 di queste e quando le autorità riuscirono finalmente a contenere i sovversivi, arrestarono la protagonista, infliggendole una pena detentiva che scontò a København. Opera di Jeannette Ehlers e La Vaughn Belle, rappresenta un traguardo ed un punto di partenza per fronteggiare il travagliato passato coloniale di questo paese. Proprio nei pressi di I am Queen Mary, si trova anche una replica del David di Michelangelo.
Finalmente ecco che si giunge di fronte al monumento affacciato sul mare, più celebre della città: la statua della Sirenetta. Figlia della penna dell’autore danese Hans Christian Andersen, che scrisse la sua favola nel 1837. La struggente storia colpì l’imprenditore Carl Jacobs (proprietario della birreria Carlsberg), tanto che nel 1909 chiese allo scultore Eriksen di realizzare quest’opera per ornare il porto cittadino. Ciò che forse più stupisce sono le sue dimensioni ridotte. Attorno ad essa si trova quasi sempre una folla accalcata, intenta a mettersi in posa per portare a casa uno scatto. Immediatamente alle sue spalle, sorge la St. Alban’s Churh, chiesa anglicana, nel parco di Churchill. Attraversando l’antistante ponte, si può passeggiare nel Kastellet, ovvero una fortificazione militare, caratterizzata da un terrapieno a forma di stella, dove sono state costruite casette in stile danese e al cui centro si trova un mulino.
Tornando verso il centro, allontanandosi dalle rive, si arriva al Rosenborg Slot, un castello in stile rinascimentale situato nel cuore di København. Si tratta dell’antica residenza reale, prima che questa venisse trasferita all’Amalienborg, oggi è sede del Museo delle Collezioni Reali Danesi, in cui sono stati raccolti e conservati per quasi 400 anni i gioielli della Corona. Da quasi 200 anni il castello e i suoi Kongens Have (giardini del Re), sono aperti al pubblico. Sempre nel centro, sorge dal 1642 il più antico osservatorio d’Europa ancora efficiente: la Rundetårn. Sebbene attualmente funga più da attrazione turistica, svolge ancora la funzione di osservatorio pubblico, al cui interno è presente il cannocchiale astronomico utile nell’osservazione delle stelle. Voluta da Tycho Brahe, all’epoca possessore di una cattedra in città, per le proprie ricerche astronomiche, la Torre fu fatta erigere dal Re Cristiano IV. Questo edificio fa parte di un complesso di tre, denominati “Trinitatis”, formato dalla cappella universitaria, la chiesa della Trinità e l’antica Biblioteca dell’Università di København. La pavimentazione interna ha una struttura elicoidale, che si avvita in 7,5 giri per 209 metri, permetteva il raggiungimento della sua sommità, 35 metri circa, a uomini ed una carrozza trainata dai cavalli. Si scelse questo tipo di metodo, anziché la classica scalinata, per permettere il trasporto di libri e dei pesanti strumenti da e per la biblioteca situata all’interno della torre. Il balcone in cima è cinto da un’inferriata su cui è inciso l’acronimo “RFP” (“Regna firmat pietas” – pietà rafforza i regni), su commissione del Re Cristiano IV. Da qui è possibile estendere il proprio sguardo sull’intera città a 360°.
E proprio questa l’area in cui si espande la shopping zone nota come Strøget, un’isola pedonale che congiunge la Rådhusplads, Piazza del Municipio, alla Kongens Nytorv, Piazza Reale. Poco distante, posto sull’isoletta di Slothsholmen, sorge un altro edificio storico: il Christiansborg Slot, palazzo reale sede dei tre poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Al giorno d’oggi è la principale sede del parlamento danese, degli uffici del primo ministro e della suprema corte di Danimarca. Nei sotterranei del palazzo, sono conservate le reliquie architettoniche di antiche costruzioni, risalenti dal XII al XIV secolo, tra cui l’originale pianta circolare della fortezza e delle segrete usate come come prigione di Stato, all’interno della Blåtårn, una delle torri del castello.
E proprio qui si trova anche un capolavoro della modernità e dell’innovazione, la Kongelige Bibliotek, ovvero la Biblioteca Reale di København, collocata all’interno del palazzo Den Sorte Diamant. Questo diamante nero dalle forme irregolari, è stato costruito con granito nero dello Zimbabwe, una pietra cangiante a seconda delle condizioni esterne. All’interno viceversa, la principale fonte luminosa è fornita dall’esteso lucernario presente al centro dell’atrio. Adiacente a questo complesso architettonico, si trova il Dansk Jødisk Museum, il museo ebraico.
Attraversando un paio di ponti, si approda nel quartiere Christianshavn, noto principalmente perché qui sorge la Città libera di Christiania. Si tratta letteralmente di una micronazione autogovernata, con tanto di bandiera, che ha raggiunto uno status di semi-legalità come comunità indipendente. Fondata da un gruppo di hippie nel 1971 all’interno di una base navale abbandonata, per anni ha continuato a perseguire i propri scopi costruendo abitazioni, asili ed attività a se stanti rispetto alle normative danesi. Difatti i circa 1000 abitanti hanno una produzione propria di biciclette, di birra, tanti negozi artigiani ed espongono la merce sulle bancarelle. Le più celebri e controverse sono naturalmente quelle presenti in pusher street, dove vengono liberamente smerciate droghe leggere. Il governo danese ha cercato invano a più riprese di sgomberare la zona, ha infine nel 2011 dovuto cedere il riconoscimento come suolo autogestito, decidendo di vendere il territorio su cui si sono insediati i suoi cittadini.
Continuando nella zona nevralgica, si arriva ai Giardini Tivoli, il più antico parco divertimenti d’Europa, risalente al 1843. Un’oasi verde nel bel mezzo della metropoli, composta da boschi al cui interno vivono indisturbati animali selvatici.
Infine, dislocato rispetto al centro antico, si trova il quartiere più creativo ed artistico della città: Vesterbo. In questo quartiere sono presenti molte discoteche, oltre al celebre birrificio Carlsberg. Società fondata nel 1847, ha sede all’interno di un palazzo in pieno stile di rivoluzione industriale, fatto di mattoni, il cui ingresso molto peculiare è costituito dall’Elephant Gate. Sugli elefanti è possibile scorgere un decoro rappresentante la svastica, segno di buon augurio, presente anche sul logo ufficiale per lungo tempo, tolto in seguito all’assunzione di tale simbolo da un leader politico tristemente famoso che lo rese nefasto. Naturalmente è possibile effettuare un tour all’interno della birreria stessa, oltre all’immancabile degustazione.
E con cosa accompagnare la birra danese? Per questo non resta che fare una capatina allo Street Food – Reffen. Una vera e propria isola dei magazzini, sede di un mercato in cui start-up innovative hanno costruito con materiali e sistemi ecosostenibili un ricco allestimento di stand per la vendita di cibo da strada. Tra i vari prodotti locali, molto presenti sono quelli a base di aringa, sgombro o merluzzo. Si possono citare sicuramente lo Smørrebrød, una fetta di pane di segale imburrata condita con carne, pesce, formaggio o salumi, le Frikadeller, variante danese delle polpettine di carne o gli Spandauer, un dolce a base di pasta sfoglia e burro, riempito con crema o marmellata.
Forse la cosa di cui più ho goduto a København è stata la possibilità di rilassarmi totalmente, anche durante la stressante fase degli spostamenti con i mezzi, grazie alle Quiet Zone. Viaggiando molto e a lungo, soprattutto quando si concentrano tante attività nel corso della stessa giornata, non ci si rende nemmeno conto di quanto si abbia necessità di un momento di silenzio. Mai avrei pensato di poterne fruire proprio seduta nel vagone della metro, mentre ripercorrevo nella mia mente le immagini della giornata, tornando a “casa”.