«La capacità di godere richiede cultura, e la cultura equivale poi sempre alla capacità di godere.»


 

Nell’estremo Nord della Germania, abbracciata dal fiume Trave, sorge Lübeck: città libera dal 1206 al 1937, fu Regina della Lega Anseatica, madre del Nobel Thomas Mann, ancora oggi perfetto esempio di architettura gotico-baltica. Distante circa 60 km da Amburgo, è facilmente raggiungibile con i mezzi o in auto, in poco meno di un’ora.

Come molte delle città tedesche, anche Lübeck ha vissuto una quasi totale distruzione durante la II Guerra Mondiale. In effetti fu quella che subì maggiori danni, essendo stata designata come prima vittima della tecnica “Maximum use of Fire”, la tempesta di fuoco escogitata dagli inglesi per distruggere nel contempo le costruzioni ed il morale dell’allora nemico tedesco. Essa venne scelta per la vicinanza, ma soprattutto in quanto poco difesa, vista l’assenza di contraerea. In seguito alla minuziosa ricostruzione, il suo intero centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ed in effetti è facile rimanere colpiti ed affascinati dall’aspetto imponente e mistico che essa offre ai suoi visitatori, passeggiando lungo le vie sembra infatti di fare un salto nel passato. Incamminandosi lungo il fiume, ci si imbatterà facilmente nelle tipiche costruzioni, dalle facciate sgargianti nell’inconfondibile stile baltico, erette in mattoni di laterizio rosso.

Lübeck ha molti simboli di cui va fiera, forse la costruzione più nota e singolare è la Marienkirche, chiesa gotica di Santa Maria. Si tratta della terza per dimensioni di tutta la Germania, rappresentativa per la sua ricchezza ed emblema della potenza di questa antica urbe libera. Venne presa a modello, per la successiva progettazione architettonica di altre sue simili, disseminate nel paese. Si erge sul punto più alto della città vecchia. Attorno ad essa aleggia un’interessante leggenda, che lega la sua costruzione con lo zampino dell’immancabile diavolo.

Si narra infatti che un giorno, il maligno stesse camminando in quella zona. Imbattendosi nei lavoratori alle prese con l’edificazione, chiese loro cosa stessero realizzando. Essi, troppo timorosi di rivelare la verità, poiché temevano una terribile rappresaglia da parte del diavolo adirato, gli dissero che stavano erigendo la più grande taverna di tutti i tempi. A questa risposta egli fu così entusiasta da decidere di aiutarli, prendendo parte alla costruzione. Di li a poco la chiesa fu pressoché ultimata. A quel punto il diavolo si rese conto dell’inganno. Ricolmo di rabbia afferrò un’imponente pietra, pronto a scagliarla contro l’edificio. Uno dei costruttori lo implorò di fermarsi, promettendo che avrebbero adempiuto alla loro promessa, facendo sul serio la taverna più grande di tutti i tempi, esattamente di fronte alla chiesa. Egli accettò, deponendo il masso a terra. Si dice che ancor oggi è possibile scorgere le impronte dei suoi artigli diabolici sulla pietra (io ho cercato in lungo e in largo, ma non le ho trovate…), mentre una piccola statua in bronzo del demonio vi siede sopra, salutando gli avventori che approdano davanti alla chiesa, spronandoli forse a dirigersi verso la taverna Ratskeller che si trova esattamente dall’altro lato della strada, affacciata sulla piazza del mercato.

A pochi passi dalla Chiesa, si erge un altro palazzo che ha suscitato molto la mia cursiosità: il Lübecker Rathaus, ovvero il Municipio di Lubecca, risalente al 1230, è uno dei più antichi dell’intera Germania. Le sue tenebrose pareti di mattoni scuri, tipiche dello stile Backsteingothik, con qualche dettaglio rinascimentale, dominano Martkplaz, la piazza del mercato. In cima all’edificio svettano piccole torri, sulle pareti esterne, Langes Haus e Kriegsstubenbau, vi sono fori da cui è possibile ammirare il cielo. In effetti questi non servivano come decorazioni, bensì come sfogo per il passaggio del vento.

Poco distante dal Municipio vi è uno dei luoghi più “dolci” della città: il Caffè Niederegger, noto per l’inconfondibile marzapane. Si tratta di un’antica azienda dolciaria tedesca, la J. G. Niederegger GmbH & Co. KG, che dal 1806 delizia i suoi clienti con prelibatezze a base di pasta di mandorle.

Sempre nelle immediatezze del Municipio si trova un altro luogo noto, stavolta grazie ad una vicenda letteraria: la Buddenbrookhaus, casa appartenuta alla famiglia di Thomas Mann, nonché luogo protagonista del suo celebre romanzo “I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia“.

Attraversare il centro antico è molto gradevole, inoltre si giunge da un capo all’altro in poco tempo. E proprio ai suoi estremi, si potranno scorgere le due porte principali, silenti osservatrici. Le fortificazioni medievali a protezione della città sono Burgtor Holstentor. La seconda ospita il museo della storia di Lübeck. Sovrastano l’ingresso due iscrizioni: sul versante rivolto alla città, detto Stadtseite, “Senatus populusque Lubecensis” (un richiamo al ben più noto acronimo S.P.Q.R.), mentre su quello esterno, Feldseite, Concordia domi foris pax (“Unità all’interno, pace all’esterno”). Tentando di fotografarla, ho dovuto fare i conti con una simmetria che non tornava. Solo in seguito ho scoperto che la struttura è sprofondata nel terreno, facendo pendere le due torri verso il centro. Questi particolarissimi torrioni, oltre a diventare immancabili soggetti di innumerevoli cartoline, hanno catturato l’interesse di un noto artista, che volle renderli protagonisti di una delle sue celebri stampe. Parlo di Andy Warhol e la sua opera originale è oggi visibile presso il Sankt Annen Museum. I due lati sono molto diversi tra loro, in funzione dello scopo: quello rivolto verso la campagna presenta infatti poche finestre, feritoie e posizioni per l’artiglieria. Viceversa quello interno è maggiormente decorato, è presente una coppia di fasce di terracotta formate da singole piastrelle abbellite da gigli araldici e foglie di cardo. Infine le finestre sopra al passaggio centrale servivano per poter versare acqua bollente o pece, come contromisura per gli eventuali intrusi. Di fronte alla porta, si estende l’Holstentorplatz, un giardino su cui vegliano i leoni di Lubecca, due statue in ghisa. Un’ultima piccola curiosità: la zecca tedesca nel 2006 ha deciso di dedicare la prima moneta commemorativa da 2 € dei lander tedeschi, a questo monumento.

Abbarbicati lungo le rive del Trave, si trovano gli antichi magazzini del sale, nelle immediate vicinanze della Holstentor. Si tratta di vecchi edifici, stipati in ordine pressoché cronologico, partendo dal più antico a quello più recente.

Sfortunatamente il mio passaggio in questa città è stato fugace, perciò non ho potuto visitare l’Ospedale di Santo Spirito, risalente al 1227, annoverato tra gli ospizi meglio conservati d’Europa, o l’Église Saint-Jacques, chiesa luterana in stile gotico baltico, né sono potuta salire sulla cima della St. Petri Kirche, considerata punto di osservazione per ammirare la vista panoramica da Lubecca sino al mare.

Spero di poter rimediare, dedicando in futuro una visita più approfondita, magari durante una stagione diversa, a questo gioiello del Baltico, che mi ha colpita per la compresenza di solennità e semplicità entro le sue mura.

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